domenica 15 novembre 2009


Forse era giusto cosi... 
Vivere di cinismo per non morire di sensibilità.
Ci proteggiamo dietro delle maschere per coprire i nostri volti tumefatti dal tempo e dal dolore ma non ci rendiamo conto che qualcuno potrebbe innamorarsi di quei segni che ci rendono unici.
E cosi viviamo in continua contraddizione tra ciò che vediamo e ciò che siamo.
E se non riuscissi più a ricordare il tuo volto reale? 
Vale la pena coprire di illusione delle cicatrici se poi continui a sentire dolore?
Sentire il peso delle emozioni rivivendo la gioia di amori passati e nascondersi pure dietro un velo di malinconia se serve.
Piangere, piangere tanto per scoprirsi fragili e non deboli.
Ridere, ridere di gusto della purezza degli errori per rivedersi piccoli.
Sfogarsi, parlare con il cuore in mano per non cadere nella trappola dei rimpianti.
Amare, amare incondizionatamente anche se poi si starà male.
Illudersi spostando lo sguardo dalla persona amata al cielo e non chiudendo gli occhi.
Svegliarsi, svegliarsi improvvisamente da un sogno meraviglioso per ricominciare da zero cancellando ogni forse.
Era giusto cosi.

domenica 8 novembre 2009



E poi ci sono momenti in cui senti di non appartenere più a te stesso....
Notti che vorresti dimenticare cancellando tutto quello che c'è stato...
Notti in cui vorresti dormire per risvegliarti con un sorriso nuovo, con uno sguardo innamorato che non riesce più a distinguere la propria figura dal cielo. 
Notti che vorresti gridare, spaccare tutto mentre gli altri dormono per far sentire a tutti il tuo dolore, per farti ascoltare, per tentare di svegliarli dal proprio stato di incoscienza cinica. 
E invece tutto quello che riesci a fare e stare seduto in silenzio, con gli occhi persi nel vuoto e una malinconica dolcezza che ti accarezza dolcemente il viso e ti pugnala il cuore. 
In quelle notti non sei tu quella persona che piange....non sei tu quella persona che si sente terribilmente sola...Tu sei altro. Tu sei quell'uomo che dopo aver pianto si asciuga le lacrime e davanti allo specchio continua a ripetersi: "Io merito di più!", tu sei quell'anima che non smette di darsi pace per la notte appena passata ma che appena sorge il sole inizia una nuova giornata con una speranza, sei quella persona che non riesce a far a meno di sognare che in fondo DEVE esserci qualcosa per cui valga veramente la pena fidarsi e lasciarsi andare. 
Io che un tempo ero altro, io che ieri ero altro non posso più permettermi di non vivere per paura....

venerdì 6 novembre 2009


 Pensando a Livia
compagna di disavventure amorose

Fenomenologia dei rapporti amorosi PARTE I:


I settimana
“Mi piaci sai?”
“Anche tu”


II Settimana
“Ho un’altra”
“Anche io”


III Settimana
“Allora ciao”
“Addio, ti ricorderò sempre con un sorriso”


IV Settimana
“Non riesco a vivere senza te”
“Neanche io”


V Settimana
“Ho lasciato l’altra…”
“Io non trovo il coraggio di farlo, dammi tempo”


VI Settimana
“Voglio stare con te”
“Anche io ma devo trovare il momento giusto per lasciarlo”


VII Settimana
“Non posso continuare cosi… per questo ti dico Addio”
“Proprio adesso che mi stavo innamorando di te, l’ho lasciato”


VIII Settimana
“ Finalmente siamo da soli, io e te…..Vuoi essere la mia compagna?”
“ Sono appena uscita da una relazione importante…..dammi tempo!”


IX Settimana
“ Io ti amo”
“ Non me la sento di illuderti ancora….Voglio stare da sola….ti prego rispetta la mia scelta”


X Settimana
“Addio”
“Ti amo!...”

lunedì 2 novembre 2009

 Ad A.

Sei andata via anche tu, dentro l'anima l'immensità di un sorriso che non vedrò. La speranza di un abbraccio che non ci sarà mai. Nei miei ricordi eri luna di fuoco che riscaldava i pensieri quando il sole mi accecava e non sapevo dove andare. Sei andata via silenziosa come una foglia e forte come un uragano. Sogno ancora di esser travolto da quel dolore che ci rendeva "nostri" e demoliva porte, confini, finestre per volare insieme oltre l'ovvietà del mondo. 
Il mio amore, il tuo amore per la vita diventavano una cosa sola: parola. Il miracolo che quasi più nessuno considera necessario. Ogni singola lettera accellerava i battiti e il mio sangue diventava oro per esser contemplato dal silenzio di una giornata autunnale. Non ci siamo persi ne incontrati. Vagavamo insieme ai bordi delle strade e la tua mano stringeva i miei polsi e la tua voce sembrava quasi dirmi: tu esisti. Abbiamo camminato spaesati nella festa dei "normali" e ogni meta sembrava un limite e ogni paura una sfida. Non ci sei più anima mia. Non più lacrime ma sangue per sentirti nelle vene. Ora e sempre.